Passa ai contenuti principali

VISITA ALL'AZIENDA AGRICOLA BRUSCIA - PARTE I



Se appena posso mi piace conoscere i produttori dei vini che bevo, ma per mancanza di tempo o per la distanza geografica che mi separa da loro raramente riesco a farlo.
In un assolato pomeriggio di agosto, quando tutti pensano alla tintarella e al relax, decido quindi di inoltrarmi di qualche chilometro verso le dolci colline marchigiane e più precisamente a San Costanzo, paese di circa 5.000 abitanti posto a 150 mslm e a due passi dal mare adriatico, per visitare l'Azienda Agricola Bruscia.
Siamo nella zona di produzione del Bianchello del Metauro, vino Doc con una sua ben definita impronta gustativa, semplice e immediato nei profumi e nei sapori ma posto in secondo piano dalla ingombrante presenza del Verdicchio.
Appena superato il centro del paese e alla fine di una strada che costeggia campi e vigne ecco il cartello dell'Azienda Agricola Bruscia. All'entrata mi accoglie Stefano Bruscia, che dopo brevi convenevoli, mi fa entrate nell'ampio salone adibito all'acquisto delle bottiglie e alla degustazione.


Devo subito premettere che non amo particolarmente i produttori di vino famosi per la loro scorbuticità, di quelli che pensano di 'far parlare solo il vino' e che se vai a trovarli in cantina per fare acquisti sembra che gli fai un favore.
Stefano per mia fortuna ha una simpatia spontanea e naturale, iniziamo subito a darci del tu e mi racconta brevemente la storia dell'azienda, che si è sempre interessata di agricoltura per poi incominciare a dedicarsi anche alla produzione di vino, e che può contare su una cantina di 800 mq.
Poi risponde paziente alle mie domande generiche su profumi e sapori del vino, tempo metereologico e poi a quelle più tecniche come composizione dei terreni, esposizione, rese per ettaro, agricoltura biologica (Bruscia ha infatti la certificazione biologica), vitigni utilizzati ecc.
Parlando mi conferma che anche qui, come in tutto il nord Italia, ha piovuto molto a giugno e luglio, e che si sperava su agosto asciutto (cosa che poi si è verificata, tranne qualche isolato acquazzone) e, tra le altre cose, che una vigna era stata colpita dalla grandine e il raccolto perso, raccogliendo tutta la mia solidarietà perchè so per esperienza indiretta che per un vignaiolo non c'è disperazione più grande del vedersi distrutto il lavoro di un anno da un evento così imprevedibile e rovinoso.


Iniziamo così la degustazione di numerosi tipi di vini, partendo chiaramente dal Bianchello, per poi andare sul Famoso, Icrocio Bruni e poi il rosso sangiovese sia in acciaio sia passato in botte, la grappa, il vino di visciole e altro ancora.
E' un vero viaggio nei profumi e sapori di queste dolci colline marchigiane, le cui uve godono dell'influenza del mare e di terreni vocati alla coltivazione della vite, con secoli di esperienza e storia alle spalle.
Dopo almeno tre quarti d'ora di amabile conversazione me ne torno a casa, con il mio cartone di sei bottiglie, composto dal rosato Bellarosa, i bianchi IB 54, Famoso Grottino, Mo Leone e i rossi Pinkler (uno solo acciaio e una selezione passata in botte).


BELLAROSA - Colli Pesaresi Rosato Doc
Ha un bel color rosa cerasuolo da manuale del buon sommelier, prodotto con i vitigni Vernaccia di Pergola, Lacrima di Morro d'Alba e Sangiovese.
Deriva da un impianto piuttosto giovane su terreno sabbioso-argilloso, con uve raccolte nella prima decade di ottobre e bassa resa per ettaro, con ottimale esposizione sud-est.
Gli aromi sono intensi, con un bouquet dominato dalla pesca bianca e dal melone con delicati accenni di mandarino.
In bocca è minerale e sapido, ben centrato sul palato e finale di media lunghezza.
I delicati profumi e un medio corpo abbinato alla freschezza gustativa lo rendono ideale in abbinamento a piatti di pesce e verdure alla griglia.



I. B. CINQUANTAQUATTRO - Marche Bianco Igt
L'incrocio Bruni '54 è un incrocio di Sauvignon e Verdicchio, ideato nel '36 dal professor Bruni e diffuso quasi unicamente nelle Marche.
Viene coltivato su terreni argilloso-calcarei e ha una maturazione precoce e buona vigoria.
Il colore è giallo paglierino e nel bicchiere sprigiona intense note di agrumi (limone) e note floreali di fiori di campo con una discreta presenta vegetale.
In bocca ha un certo nerbo e carattere e si distingue per buona persistenza e un gradevole retrogusto mandorlato.
A mio parere è ideale con pesci grassi come il salmone con patate al forno.







Commenti

Post popolari in questo blog

Barolo Produttori di Portacomaro Docg (2012)

Barolo Produttori di Portacomaro I produttori di Portacomaro è una delle linee di produzione dei Produttori di Govone, cantina sociale del Monferrato capace di produrre circa 3 milioni di bottiglie l'anno vendute in quattro continenti. Nello specifico però il suo Barolo è una vera chicca. In realtà non se ne trova traccia sul web, sia come ricerca di informazioni sia come acquisto. La mia bottiglia è arrivata nella mia cantina come regalo di Natale di parenti, probabilmente a sua volta trovata in qualche pacco aziendale. E' stata quindi con una certa incertezza che ho deciso di portare alla cena di un amico e collega questa bottiglia di Barolo del 2012. In cantina l'ho sempre tenuta sdraiata e lontana da fonti di calore o luce, come da manuale del perfetto sommelier, ma delle sua integrità non ero del tutto convinto. E invece con grande sorpresa, appena stappato, si è subito sprigionato dalla bottiglia una nuance di liquirizia, rabarbaro, chiodi di garofano con accenni ment

VALPOLICELLA RIPASSO CLASSICO SUPERIORE DOC 2011 - CANTINA VALPOLICELLA NEGRAR

Il mondo delle cooperative è un universo complesso e spesso controverso di cui si potrebbe parlare a lungo. La Cantina Valpolicella Negrar è una cooperativa che gestisce quasi 600 ettari di vigneti e che sembra aver sposato in pieno il concetto della qualità, attraverso una selezione attenta delle uve dei soci, l'utilizzo di una cantina moderna con vasche in acciaio inox e botti di rovere di medio-grandi dimensioni e un impianto di imbottigliamento indipendente con una capacità di 7.000 bottiglie all'ora. Questa cooperativa produce Amarone, Recioto, Valpolicella Classico e Ripasso ed è quest'ultima tipologia di vino che ho assaggiato. I Valpolicella Ripasso hanno da sempre diviso esperti e appassionati tra chi li trova gradevoli soprattutto perchè hanno maggiore struttura dei Valpolicella classici mentre sono meno impegnativi di un Amarone  (anche in termini economici) e chi invece li trova ibridi e stucchevoli. A mio modesto avviso se si parte da una buona ma

I Cannonau Vigna Sorella e Chidera, annata 2014

Stiamo ancora in Sardegna per parlare di Cannonau, vitigno autoctono dell'isola dalle origini antichissime riscoperto in alcuni vasi di ceramica del XII secolo a.C. Puntuale come il Natale, ho letto di recente dell'ennesima ricerca internazionale che parla del vino rosso e delle sue proprietà antiossidanti, che nel caso del Cannonau pare siano particolarmente importanti. Che lo siano o meno non credo che questo porti a consumare più vino chi solitamente non ne beve, ma di sicuro aiuta la consapevolezza generale che bere poco ma bene, contribuisce a migliorare la qualità della vita oltre ad essere un piccolo tassello di un complicato puzzle, che affiancato a tanti altri comportamenti corretti nella vita di tutti i giorni, può aiutare e influire positivamente sulla salute di ogni individuo. Tornando più direttamente al nostro amato Cannonau, è anche il vino rosso che più di ogni altro richiama alla memoria la Sardegna, con tutto il suo carico di nostalgici ricordi di una