Mi metto alla guida della mia auto in direzione Monza centro . E' una serata tipica di metà ottobre, quando non fa più caldo ma non fa neanche ancora freddo. Penso che quasi quasi, con un po' di coraggio, si potrebbe ancora mangiare sul terrazzo di Chef Fabrice , ma mi rendo anche conto che alla fine, in tutti questi anni di cene nella nostra amata sede estiva, non siamo mai andati oltre la prima settimana di ottobre. Mi ricordo ancora alcune foto delle nostre cene sul terrazzo, sorridenti e quasi coraggiosi nelle nostre felpe (io anche con un piumino leggero color azzurro), mentre alziamo i calici e brindiamo a noi, alle nostre cene, alla nostra amicizia e alla vita. La fortuna che abbiamo avuto di incontrarci e condividere 10 anni della nostra vita insieme , nelle quali abbiamo visto i nostri figli nascere, crescere e diventare adulti, nelle quali abbiamo perso un amico comune delle cene che ha lasciato una cicatrice indelebile nei nostri pensieri, semplicemente non ha prezzo...
Il Fiano di Avellino è un vino dalle antiche origini romane, quando veniva chiamato Vitis Apiana, per la sua caratteristica di attirare le api grazie al suo dolce aroma. Come per molti altri vitigni dell'epoca romana, è convinzione ormai diffusa che il vitigno sia stato introdotto in Campania dai coloni greci, in particolare provenienti dalla città di Apia, nel Peloponneso. Si è poi acclimatato e diffuso sulle fertili colline avellinesi, dove è diventato un vitigno autoctono per eccellenza. E' un raro esempio di vino bianco che si presta all'invecchiamento, insieme a Riesling e pochi altri. Ho assaggiato il Fiano di Avellino Montelapio di Villa Matilde Avallone, ad una sera a casa di amici in abbinamento ad uno strepitoso risotto con polipetti e gamberi di Mazara del Vallo. La sapidità del piatto andava abbinata ad un altrettanto sapido e strutturato vino bianco. Inizialmente avevo pensato ad un classico Vermentino, ma ho poi optato per questo Fiano, la cui azienda agricola...