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L'impronta classica del Barolo 2004 di Oddero


Il mio vino di Natale di quest'anno è il Barolo di Oddero.

Un vero must, uno dei più conosciuti, amati, prestigiosi Barolo delle Langhe. Una cantina con una data di costituzione che riporta alla notte dei tempi: correva l'anno 1878 e il Barolo e la Langa ma anche l'intera Italia e il mondo del vino erano un'altra cosa rispetto ad oggi, tanto che difficilmente riusciamo a immaginarlo.

Oggi, con una superficie vitata di 35 ettari, Oddero copre i cru più prestigiosi del territorio come Bussia, Brunate, Rocche di Castiglione e altri.

La cantina è situata a La Morra, altro comune storico del Barolo. Lieviti indigeni e botte grande, Oddero è un produttore che potremmo chiamare tradizionalista, uno che i Barolo si vuole aspettare.

Un'impronta decisamente classica che permette a questa cantina di trasmettere ai vini le peculiarità di quest'area di Langa.

In poche parole un numero uno.

La conversione biologica del vigneto, iniziata nel 2008 e terminata nel 2011 in questa bottiglia del 2004 non c'è, ma si possono apprezzare la longevità, la trama tannica ben presente, il palato fitto e pieno, il bouquet di liquirizia, frutta cotta nera con eleganti toni balsamici ma soprattutto sentori terziari soprattutto medicinali ed eterei.

Buona concentrazione, estrazione del frutto, tannini sempre molto potenti (è per questo che va aspettato) e mai addomesticati ma solo accomodati dall'uso del legno grande, grande espressività del terroir delle Langhe. 

Un grande vino e una buona annata dopo quella eccezionalmente calda del 2003.

 

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